Bambini Sponsorizzati

Enuresi notturna. Quando parlarne aiuta a dire #mammanonèunproblema

Oggi vi parlo di enuresi, dell’esperienza con la mia bimba e delle informazioni per vivere questo passaggio avendo le giuste conoscenze e consapevolezze in merito.

Enuresi è il termine utilizzato per spiegare un’involontaria perdita dell’urina in un’età in cui il controllo della vescica dovrebbe già essere stato raggiunto.

Da quando la mia bimba ha tolto il pannolino ho riscontrato alcuni episodi di enuresi ai quali a volte siamo riusciti a dare una spiegazione, altre volte no. Qualcosa di particolare accaduto all’asilo e che le era rimasto particolarmente impresso, un episodio di gioco al parchetto, la prima volta in piscina o a casa di una amica. Tutte esperienze molto emozionanti per un bambino che spesso rimangono legate alla loro memoria (non sempre con scenari positivi) anche nella fase di addormentamento o durante la notte.

Con Carola Sofia (la mia bimba) è andata così: a 20 mesi ha tolto il pannolino di giorno e poco prima dei 3 anni anche la notte, anche se di pannolino non si trattava, bensì di mutandine assorbenti.
Questo perché lei il pannolino sapeva benissimo cos’era e lo aveva tolto più di un anno prima. Continuare a metterglielo per la notte le “suonava strano”, così ho fatto quello che la maggior parte delle mamme fa, cioè passare alle mutandine assorbenti più semplici nella gestione, sicuramente la soluzione più discreta per una bimba che già “si sentiva grande” e non più “da pannolino dei piccoli”.

20811625_s

 

Sul sito nottiasciutte.it trovate tante informazioni e consigli utili sull’argomento dell’enuresi e anche sulle “tempistiche”.
Ad esempio:

– Fino ai 3 anni è normale bagnarsi la notte perché ancora non si è raggiunta una piena maturazione della vescica sia dal punto di vista della quantità di urina che questa può contenere sia per quanto concerne i meccanismi che permettono al bambino di controllare la fuoriuscita della pipì.

– Esistono 2 diversi tipi di enuresi:

  • enuresi primaria riferibile ad un bambino che non p mai stato asciutto per un’intera notte e si risolve nel momento in cui il bambino percepisce e riconosce nel sonno la sensazione di vescica piena.
  • enuresi secondaria per i bambini che bagnano il letto dopo lunghi periodi di asciuttezza, può dipendere da diversi fattori per lo più di natura emotiva (inizio scuola, eventi della giornata) anche se a volte non sono riconducibili ad eventi precisi.

– In rarissimi casi l’enuresi è dovuta ad anomalie fisiche e non è malattia, ma solo un disturbo passeggero che trova soluzione.

– A questo link trovate un vero/falso con le risposte alle domande che più comunemente noi mamme ci facciamo o ci vengono fatte quando si parla di spannolinamento/pipì a letto & Co.

– Viene sottolineato e personalmente condivido in pieno, l’importanza del tempo, il saper aspettare e rispettare i tempi del bambino affinché possa vivere serenamente questo momento e nel frattempo arginare i piccoli incidenti con qualche utile accorgimento.

Nella mia esperienza ho aspettato. Aspettato di trovare il pannolino asciutto per almeno 2-3 settimane o che lei mi chiamasse nella notte per accompagnarla in bagno.

Fortunatamente (per me!) lei ha “scelto” la prima soluzione, cioè è in grado di trattenere la pipì dalle 21 circa quando va a nanna fino alle 8,00 quando suona la sveglia per l’asilo.
È una capacità che si acquisisce col tempo ed ogni bambino ha i suoi tempi, anche in questo frangente, come per molti altri campi.
Il tempo è un alleato prezioso anche per la risoluzione dei piccoli incidenti con la pipì a letto.

È tuttavia importante saper aspettare, senza eccessiva fretta, che il piccolo decida da solo nel rispetto dei propri personali ritmi di crescita e di sviluppo psicomotorio quando è giunto il momento di abbandonare il pannolino. Il controllo sfinterico non è “innato”, ma si acquisisce secondo precise tappe. Il passaggio da una tappa a quella successiva dipende sia dall’influenza dei fattori ambientali che di quelli relazionali, perciò non è possibile generalizzare.

Non esiste quindi un “tipo” di bambino più soggetto all’enuresi di un altro, ma possiamo dire secondo studi scientifici che solitamente i maschi ne sono maggiormente predisposti rispetto alle femmine. Alcuni studi hanno dimostrato che le bambine sviluppano il controllo della vescica prima dei bambini. Il 60% dei casi riguarda i maschi, motivo per cui DryNites® studia mutandine differenti per maschietti e femminucce.

È capitato (e capiterà ancora , ahimè!) di avere febbre, raffreddore, tosse che disturbano il sonno. In quel caso, se la mia bimba è già sveglia allora si alza e va a fare la pipì, diversamente la trattiene per tutta la notte.
Quando sono capitati questi episodi, le mutandine ci hanno salvato da quel -slaccia-togli il pannolino-fai pipì-falla sdraiare-rimetti il pannolino- tira su tutto e vai a letto.
Senza mai sottovalutare il fattore “discrezione” e serenità che una mutandina assorbente da’ a differenza del pannolino.

Cosa può aiutare?

  • Parlarne e confrontarsi con altre mamme, per scoprire che l’enuresi è comune fra molti bambini e che non è ne una malattia ne un problema.
  • Dare da bere al bambino durante la giornata lo aiuta a capire quando la vescica è piena e deve andare in bagno. Ma cercate di limitare le bevande nelle 2 ore prima dell’addormentamento (divieto assoluto a bevande gassate o a base di caffeina) e nella fase di addormentamento stesso.
  • Incoraggiamo il bambino, rafforziamo i suoi “successi” e parliamo con lui degli “incidenti di percorso”. Molti bambini hanno paura di deludere i genitori bagnando il letto, facciamo capire loro che non è così. Mostriamoci sereni e aperti.
  • Come abbiamo visto, spesso il bambino si porta con sé le ansie e le preoccupazioni della giornata appena trascorsa. Creiamo una routine tranquilla e serena per l’addormentamento, una serie di gesti ripetuti nel tempo che lo aiutino a trovare relax e tranquillità prima di andare a letto.

Questi sono solo alcuni consigli che trovate su www.drynites.it insieme ad altri preziosi suggerimenti per vivere al meglio questo momento di passaggio del nostro bambino e che non deve cogliere impreparati noi genitori.

1 Comment