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Fate la nanna: la mia esperienza!

Immagine di: www.equazioni.org

 

Questo ormai famoso libretto, (autori: Eduard Estevill, Silvia De Bejar; editore: Mandragora) è un “manuale” che aiuta i genitori ad educare i propri figli a fare, appunto, la nanna.

Puo’ non piacere, ha ricevuto molte critiche negative per l’aspetto “rigido” del metodo, ma la quantità di successi che ottiene ne ha fatto un punto di riferimento per molti neogenitori che da mesi non riescono a farsi un’intera nottata senza risvegli continui.

Io ho applicato questo metodo con mia figlia quando aveva circa 6 mesi per abituarla ad addormentarsi da sola. Lei dorme dalle 8:30-9 fino alle 7:30-8 del mattino, senza mai svegliarsi se non per fare la pipì (quando era più piccola mi chiamava, ora si arrangia da sola e io me ne accorgo al mattino perchè lascia la scia di luci accese su tutto il percorso cameretta-bagno…) o se si sveglia che ha sete e magari mi sono dimenticata di lasciarle da bere sul comodino come d’abitudine.

Ho modificato alcuni punti, perchè a mio vedere non siamo fatti tutti uguali; Ogni bambino ha necessità diverse!
Innanzi tutto è vero che il neonato ha dei ritmi biologici piuttosto regolari, ma ci sono quelli che si svegliano ogni 3 ore precise per la poppata, notte o giorno che sia, e bambini che dormono qualche ora di più alla notte (La mia bimba voleva l’ultima poppata intorno alle 11 di sera e poi si svegliava intorno alle 6 del mattino).

La cosa che a me è stata più utile è stata quella di creare un rituale intorno al momento di andare a nanna, soprattutto una volta che è cresciuta un pò e ha cominciato a dormire un pò meno durante il giorno, trasferendo il vero “momento nanna” alla notte. Il rituale che ho usato quando aveva 6 mesi è quello che uso tutt’ora che ha 5 anni ed è questo: Mezz’ora prima di andare a letto, si va in bagno e si fa la pipì, si fa la doccia e ci si lavano i dentini. Si passa in camera da letto e con la luce accesa leggiamo una storia da un libretto, o una parte di storia se è troppo lunga, poi si spegne la luce (lasciando accesa la lucetta apposta per la notte in modo che se si sveglia per bere o qualsiasi altro motivo, ci possa vedere) e si cantano le canzoncine della buona notte: nel tempo le abbiamo modificate in base ai suoi gusti di personali, variando tra ninne nanne e sigle dei suoi cartoni animati preferiti.

Finito tutto ciò le dico che è il momento di dormire, le dò un milione circa di baci e le auguro la buona notte allontanandomi dalla stanza. Lei mi saluta augurandomi la buona notte, si gira da un lato con il suo pupazzetto e si addormenta. In tutto questo tempo però io la coccolo, le tengo la mano e la accarezzo ed ho sempre fatto così a differenza di quello che dice Estevill che sostiene non si dovrebbe nemmeno toccarli!

Le prime volte è vero anche lei ha pianto un pò, ma sono sempre tornata per rassicurarla accarezzandola e dandole qualche bacio. Ho cercato anche di seguire la tempistica, facendo passare un pò più tempo tra un rientro in stanza a quello sucessivo, ma non stavo proprio lì a calcolare il secondo! Dopo le prime due sere ha cominciato a non piangere più e si è abituata con piacere a dormire nel suo lettino.

E’ fondamentale usare questo metodo solo se si è convinti e caricandosi di serenità e positività perchè i bambini lo sentono e si tranquillizzano. Invece se, per esempio, si rientra in camera con un’espressione preoccupatissima e pieni d’angoscia di certo il bambino non può esserne tranquillizzato e non si adormenterà mai sereno!

Un motivo di preoccupazione per i genitori possono essere i vicini di casa che sentendo un bambino piangere in continuazione per un tempo più o meno lungo, magari si chiedono che succede; Io ho provato in agosto quando la maggior parte dei miei condomini era in vacanza, così mi è stato un pò più facile essere serena!

All’inizio eravamo io e papà insieme, poi abbiamo alternato le serate ed ora che la metta a letto io o che lo faccia lui, per la bambina è uguale, basta che il “rituale” sia sempre lo stesso! (DEVE essere un momento piacevole sia per il bambino che per i genitori).

Per finire volevo dire che a mio avviso non è esplicitamente il metodo Estevill quello che funziona, bensì il creare un momento che “annunci” la nanna in modo piacevole, proprio come succede per il momento dei pasti quando si entra in cucina per prepararli e cucinarli: vostro figlio lo capisce che dopo quel passaggio ci si siede a tavola per mangiare!

Se leggerete o avete già letto questo libretto tenete conto che va preso un pò alla leggera e non alla lettera; Non si possono applicare le stesse regole a tutti i bambini e in tutte le famiglie, perchè grazie al cielo siamo fatti tutti in modo diverso, quindi sta a voi capire quali sono le modifiche opportune e quali invece sono i punti-forza su cui basarvi!

Io ho usato libretto-cuore e testa e non necessariamente in quest’ordine!

Spero di esservi stata utile!

2 Comments

  • Tutto vero.. confermo!
    Ho letto il libro durante i primi mesi di vita di Alice ed abbiamo provato a metterlo in pratica quando aveva circa 4 mesi. All’inizio ero convintissima ma quando ho iniziato a sentirla piangere la mia convinzione diminuiva sempre di più.. per fortuna c’è papà! Appena ho visto che il metodo in realtà iniziava a funzionare mi sono tranquillizzata e da quel momento è stato tutto molto più facile!
    Abbiamo, anche noi, mediato un po’ tra libro, cuore e cervello ed effettivamente ha funzionato lo stesso! Ora Alice ha 8 mesi e mezzo e da circa una settimana addirittura non si sveglia più nemmeno per mangiare o perché perde il ciuccio. Anche a casa dei nonni il sonnellino pomeridiano non ci da problemi: però sono i nonni che devono metterla a letto e non io o il papà! L’unica cosa che ci destabilizza un po’ sono le serate fuori casa: se sono più di una e ravvicinate ci servono 2 sere a casa per riprenderci. Fuori casa nostra o dei nonni non riesce ad addormentarsi da sola a passeggino fermo! Avete consigli??

  • Ciao Giorgia!
    Anche a me hanno sempre creato problemi le serate “alternative” dove non era possibile ricreare il “rituale” della nanna, ma crescendo per fortuna anche i bambini si rendono conto che ci sono alcune serate speciali e dopo un pò di tempo non occorrerà più tornare sui propri passi una volta tornati alla routine. Per quanto riguarda addormentarsi sul passeggino fermo…è difficile darti un vero e proprio consiglio se non quello di portare un pò di pazienza e dondolarla finchè non si addormenta. Comunque vedrai che quando sarà più grande sarà l’anima dell’inizio serata e poi crollerà da sola ovunque si trovi, soprattutto se a casa rispetti gli orari! Figurati che mia figlia a 5 anni non ha ancora visto i fuochi d’artificio perchè non riesce mai ad arrivarci sveglia…E sì ci abbiamo provato più volte! Se siamo fuori casa è capace di addormentarsi addirittura su una panchina…